Vuja de

Anni fa l’economista Michael Housman scoprì qualcosa di sorprendente studiando i dipendenti dei call center: chi usava Firefox o Chrome, invece del browser preinstallato, restava più a lungo nel lavoro, si assentava meno e otteneva risultati migliori.

Non era questione di competenze tecniche. Era una questione di mentalità.

Chi aveva scaricato un browser diverso da quello di default, di solito è Explorer, aveva dimostrato una cosa fondamentale: non accettava passivamente le impostazioni predefinite. Cercava alternative. Prendeva l'iniziativa.

Questo è esattamente ciò che fa la differenza tra chi ottiene risultati ordinari e chi eccelle: la capacità di vedere con occhi nuovi ciò che tutti vedono da sempre. Di chiedersi: c'è un modo migliore?

Il punto di partenza è la curiosità: chiedersi perché le cose sono come sono. Perché seguiamo certi standard? Chi li ha stabiliti? Sono davvero i migliori possibili?

Questo stato mentale ha un nome: vuja de. È l'opposto del déjà vu.

Se nel déjà vu incontriamo qualcosa di nuovo ma ci sembra di averlo già visto, nel vuja de guardiamo qualcosa di familiare come se fosse la prima volta. Gli stessi problemi, le stesse situazioni, ma visti da una prospettiva completamente nuova. È da qui che nascono le soluzioni originali, i percorsi alternativi, le intuizioni rivoluzionarie.

Il mio lavoro è provocare questi momenti di vuja de nella tua carriera, nel tuo sport, nel tuo business. Di aiutarti a vedere che quasi tutto ciò che consideriamo "vero" (scontato, immutabile) è in realtà una scelta “finta”, che può essere modificata.